I BIOSTIMOLANTI

 

Che cos’è un biostimolante?

 

In riferimento alla definizione di Biostimolante elaborata da EBIC nel 2013“I biostimolanti sono sostanze e/o microrganismi che applicati alla pianta o alla rizosfera stimolano i processi naturali che migliorano l’efficienza d’assorbimento e d’assimilazione dei nutrienti, la tolleranza a stress abiotici e la qualità del prodotto. I biostimolanti non hanno effetti diretti su parassiti e patogeni e quindi non rientrano nella categoria dei pesticidi”.

 

A cosa servono?

 

Attivano il metabolismo agendo sui naturali processi fisiologici della pianta. I biostimolanti, infatti, non apportano sostanze nutritive, ma aiutano l’organismo vegetale ad assorbire meglio quelle presenti nel terreno; non contrastano le aggressioni di agenti patogeni o insetti fitofagi, ma aiutano la pianta a resistere meglio. Le ricerche documentano come i biostimolanti, per esplicare la loro azione, debbano essere distribuiti a basse concentrazioni rispetto ai normali nutrienti.

 

Da cosa sono composti?

 

composizione dei biostimolanti

Grafico rappresentativo selle sostanze e/ o organismi che fan parte dei biostimolanti

 

 

 

 

 

 

 

Tra le principali sostanze utilizzate come biostimolanti ci sono gli ESTRATTI DI ALGHE, appartenenti alla famiglia delle alghe brune, soprattutto del tipo Ascophyllum nodosum, Ecklonia maxima, Laminaria digitata e Fucus spp.

Molti studi hanno dimostrato che gli estratti di alghe migliorano la velocità di germinazione, la crescita, l’allegagione, la produzione, la qualità del prodotto e la resistenza a stress ambientali e inoltre, incrementano l’assorbimento dei macro e micronutrienti in diverse colture

Sono biostimolanti anche le SOSTANZE UMICHE, macromolecole organiche complesse che provengono dalla decomposizione della sostanza organica del suolo e dall’attività metabolica dei microrganismi. Le sostanze umiche stimolano direttamente la rizogenesi, ma hanno anche un effetto positivo sull’attività dei trasportatori radicali coinvolti nell’assorbimento dell’azoto nitrico e sull’attività degli enzimi coinvolti nell’assimilazione di quest’ultimo.

Un’altra categoria di sostanze biostimolanti molto importanti sono gli IDROLIZZATI PROTEICI, contenenti una miscela di aminoacidi e peptidi solubili. Questi presentano proprietà biostimolanti, perché migliorano l’assorbimento e l’assimilazione dei nutrienti (es. azoto nitrico e ferro), la tolleranza a stress ambientali (salinità, siccità, temperature estreme) e la qualità del prodotto. Possono anche stimolare le risposte di difesa della pianta agli stress e influenzare indirettamente la crescita delle piante stimolando la microflora tellurica.

Infine, possono essere considerati biostimolanti anche i PGPR (Plant Growth-Promoting Rhizobacteria), un gruppo di microrganismi della rizosfera capaci di stimolare lo sviluppo della pianta, sia migliorandone la nutrizione minerale che producendo fattori di biocontrollo. Possono agire direttamente sui nutrienti presenti nel suolo (azoto, fosforo, potassio e ferro) rendendoli disponibili per le piante; o indirettamente esercitando un’azione di biocontrollo per le malattie producendo antibiotici, enzimi litici e potenziando la capacità difensiva della pianta contro organismi patogeni.

Quali sono i vantaggi del loro utilizzo?

Dalle ricerche condotte negli ultimi anni risulta che l’utilizzo dei biostimolanti in campo agricolo mostra numerosi vantaggi in merito ad un aumento della biomassa delle colture e della resa attraverso meccanismi anche molto diversi. L’uso di biostimolanti permette quindi di ridurre l’apporto di fertilizzanti senza compromettere la resa e la qualità del prodotto.

 

 

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